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ALTO SAX SCALES : SAX SCALES


Alto sax scales : Popular acoustic guitars : Musical instrument lesson plan.



Alto Sax Scales





alto sax scales






    alto sax
  • The alto saxophone is a member of the saxophone family of woodwind instruments invented by Belgian instrument designer Adolphe Sax in 1841. It is smaller than the tenor but larger than the soprano, and is the type most used in classical compositions.





    scales
  • (scale) measure by or as if by a scale; "This bike scales only 25 pounds"

  • (scale) an ordered reference standard; "judging on a scale of 1 to 10"

  • Each of the small, thin horny or bony plates protecting the skin of fish and reptiles, typically overlapping one another

  • Something resembling a fish scale in appearance or function, in particular

  • A thick dry flake of skin

  • (scale) pattern, make, regulate, set, measure, or estimate according to some rate or standard











gotta be somebody's jazz




gotta be somebody's jazz





Quando ci suonano io, innanzitutto, questo posto sapeva di acqua di colonia. E poi splendeva di contrari, dai vicoli pisciosi in su. C'erano anche le donne, come no. Centinaia di migliaia di chilometri di gambe, decine di milioni di occhi vivi e intere distese di capelli cromati come le Cadillac- Così cromati, che il vedeva anche il liutaio Tobia, cieco dalla nascita. C'erano i fighetti che si tenevano le donne ed i gioielli e le macchine lunghe e gli occhiali grossi e la moglie non si arrabbiava se tornavano a casa tardi. Ed io una moglie nemmeno ce l'avevo, pensa te. Ce l'avessi avuta altro che tornare tardi, non uscivo proprio di casa... Ma andiamo avanti.
Noi eravamo i Meraviglia Sei, questo perché eravamo sei e meravigliosi e anche perché suonavamo il giovedì all' Alito Di Cernia, il locale più figo del quartiere. All' Alito di Cernia il bere era tanto e non ubriacava mai, e questo perché era molto più cool di qualunque altro posto dove siete stati voi beoni di merda. Luci basse, musica perfetta, donne vestite benissimo, donne vestite pochissimo, baristi vestiti da musicisti, musicisti vestiti da camerieri, gente che non c'entrava un cazzo, mogli vestite da troie di alto borgo, troie di alto borgo vestite da mogli, spogliarelliste papponi poliziotti scapoloni e galeotti: bambini che si avvicinavano al bancone e dicevano: - ehi vecchio, un latte doppio on the rocks, prima che mi incazzo sul serio-. Tutti lì per noi.
C'era John - Catch me - Cantalupo, batterista e dongiovanni, con l'hobby dei debiti. Tanto povero che non poteva permettersi le bacchette e si era fatto impiantare dodici spazzole al posto della dita, così suonava direttamente con le mani. - se non dovessi nascondermi dagli armadi delle donne degli altri - mi disse un giorno - mi farei montare anche un bel pedale sotto la suola-. Sfiorava le pelli delicato come carezzasse i capelli dell' amata, eludeva le sezioni ritmiche come scappasse dall'ufficiale giudiziario ed una volta sorrise in modo così bianco e brillante che si sentì la voce di Tobia tuonare: - ho visto! io vedo! E vedo la luce!- Ma era solo il suo magnetismo che si rifletteva sulla scarpe lucidate ( era un mondo adulto: si sbagliava da professionisti). C'era Fat Mike al piano, duecento chili di sudore e brillantina in parti uguali, cinquatasei di piede. Così grasso che con quelle dita suonava sempre tre tasti alla volta. Quando andava su e giù per le scale le donne in prima fila vomitavano, e invece le biondone vicino all'uscita si giravano ammirate, - sembra tre pianisti insieme-. Fat Mike aveva una macchina scassata, e dentro ci teneva una riserva speciale di vettovaglie miste, finché una notte finì all'ospedale per un mix inedito di cozze e ragù di cervo.
C'era Trembling George ( he knows all the cords) al basso, basso anche lui e tracagnotto, l'unico con una cultura, una bicicletta e persino una donna, non necessariamente in quest'ordine. Il padre l'aveva fatto studiare così tanto che quando non suonava impazziva se non gli davi qualcosa su cui stampare le dita. Di giorno puliva il pesce da Losarto, la miglior bettola del porto, così si teneva in esercizio. Un metro e cinquanta per ottanta chili, troppo diseguale per reggere il bourbon o il finto rock inglese che adesso passano sempre in TV, questa destra ottusa, questa sinistra sentimentale. Mi fece un ritratto una volta, un bel ritratto a carboncino... ma andiamo avanti.
C'era Mark detto La Cagna alla tromba, incazzato come una moglie tradita e scattoso come un peso mosca. Un vero figlio di puttana, ma non solo di lei ovviamente, anche di una serie di ipotesi che se ci penso rabbrividisco anche adesso che son vecchio. Così misantropo che quando qualcuno gli chiedeva un autografo sputava nella scollatura della biondona e poi lo mordeva alla giugulare. Un giorno entra Miles Davis, l'uomo più figo del pianeta, e lui gli chiede di uscire. - Ma perché Mark? gli chiesi e lui sorrise come Lo Spaccone:
- non è dritto abbastanza cazzo, non si vede? Sembra un coglione di cinese con la tromba infilata nella ciotola di riso! Ho un cugino irlandese che è più negro di così!-
- ma Mark! Lo sai quello chi è? Quello è... anzi era... rimpiangerai di averlo cacciato!-
- tanto la vita è tutta un rimpianto-
- ma quello era.... Mark quello era Dio!-
- Intanto Dio ha i capelli lunghi, poi non si buca. E poi Dio da me ci viene col giubbotto antiproiettile cazzo!
Era fatto così, non ci si poteva combattere con Mark La Cagna. Una volta ad un tizio che stava appoggiato al cofano della sua macchina... ma andiamo avanti.
E poi c'ero io che non valevo niente e Katrina, che non era né bella né gentile, però aveva una voce roca da angelo asmatico che faceva impazzire il pubblico e si diceva fosse stata graziosa, esperta di dolci e storie di corna, camionista, zingara, metafora buddista di un giaguaro. Insomma, nessuno sapeva un cazzo. Katrina che rincorreva le note alte deliziose e si adagiava cordiale sui bassi, che dondolava come un luna park e sa











Chris Potter and the UT Jazz Orchestra




Chris Potter and the UT Jazz Orchestra





In concert at UT's Bates Recital Hall, March 6, 2010. Chris Potter (born January 1, 1971) is an American jazz saxophonist, composer, and multi-instrumentalist. Born in Chicago, Illinois, Potter spent most of his childhood in Columbia, South Carolina where his mother taught psychology at the University of South Carolina. He exhibited an early interest in all kinds of music and quickly became a prodigy, mastering several instruments including guitar and piano, and finally gravitating toward the alto and tenor saxophone.

My son and I agreed that on an 'awesomeness' scale of 1-10, Potter comes in a 11. He's one of the very best sax musicians in the world today.

The person to his right is Gabriel Santiago, a Brazilian post-doc at UT Austin. He's not only a gifted composer and arranger - he's a jazz guitarist who is at least at the level of a Lee Ritenour. Look for good things from this artist in the future.









alto sax scales







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Post je objavljen 11.02.2012. u 01:15 sati.