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GIORNO 12

Ore 7. Notte da tregenda, i 40 venti di Capo Horn sono sbarcati in Sardegna. Vento d’acqua, a secchiate, per tutta la notte. Senza luce, con spifferi d’aria gelata. Questa è Cala d’Oliva, carcere di disperati.

Ore 7,30. Pietro Marongiu inneggia a Manitù, nel ciglio di una scogliera a Cala Sabina. Sarà ascoltato dalla divinità della celeste prateria?

Ore 8. Un gruppo di cinghiali incazzati si avvicina da noi. Dicono “a fora sos istranzos!”, forse gli stranieri siamo noi.

Ore 9. Discutiamo sul servizio che Rai3 alle 11.30 ci dovrebbe dedicare. È un’occasione importante. Nel frattempo leggiamo su Facebook il nostro book dell’isola dei cassintegrati. Ci colpisce il commento di un signore di Bolzano, che scrive: Dove sono i sindacati nazionali? Immediatamente risponde un sassarese, con lo spirito goliardico che li contraddistingue: “In casinu che zi li ponghiani!!”.

Ore 10. Forse dovremmo essere più moderati con i sindacati nazionali. Avendo completato il nostro dizionario di impropreri nei loro confronti, abbiamo deciso che per qualche giorno non li menzioneremo più.

Ore 10.45. Tempo sempre tremendo. Da dove prenda le previsioni il nostro metereologo Peppino non è dato sapersi. Oggi aveva previsto bonaccia, insultato anche lui.

Ore 11.30. Bellissimo servizio a Rai3 su di noi, si collegano anche con la torre Aragonese, la nostra Houston, la centrale di controllo, il nostro avamposto dal quale partono tutte le iniziative. Purtroppo non riescono a collegarsi in diretta con noi all’Asinara. Peccato. I nostri colleghi e amici sono stati formidabili nelle loro dichiarazioni, bravi Marco Nurra, Michele Azzu e Stefano Masperi, quest’ultimo dalla torre aragonese.

Ore 12.15. Ci comunicano che testate nazionali hanno fatto ampi servizi su di noi: Corriere della Sera, Messaggero, Espresso, Il Fatto quotidiano, Libero. La nostra lotta ha fatto breccia, finalmente. Solo su facebook i nostri sostenitori sono già 40mila.

Ore 13.30. Qualcuno dovrà tenere conto delle reazioni della grande attenzione sulla nostra vicenda. Ma segnali concreti ancora non ne abbiamo. Il governo latita, non si hanno notizie di Scajola. E gli arabi della Ramco, nostri possibili acquirenti? Si mormora di una trattativa ben avviata.

Ore 14.30. Dobbiamo mandare il nostro ministro degli Esteri in missione sulla terra ferma, non c’è mezzo. Chiediamo un’appoggio all’ente parco, tramite gli infaticabili Giuseppe Grieco e Pierpaolo Congiatu. La missione è segreta, durerà tre giorni, sicuramente il ministro ne approfitterà per vedersi le partite di Champions League, questo lo hanno capito anche i pastori barbaricini che già bene ne conoscono il carattere.

Ore 16. Qualcuno deve lasciare l’isola, ma domani comunque sono previsti nuovi arrivi a rinforzare la comitiva. La voglia di continuare è intatta, anzi più forte di prima.

Ore 16.30. Su Andria, la nostra capra produttiva, abbiamo perso quasi ogni speranza. Dove si sarà cacciato? Speriamo sia nascosto al riparo con la sua fidanzatina.

Ore 17. Il nostro ministro, assieme ad altri tre colleghi, lascia l’isola da Fornelli a Stintino, a trasportarlo è il mitico Antonello Sanna, che anche stavolta ha sfidato il mare in tempesta per noi, sposando in pieno la nostra causa. Lo fa con entusiasmo. E’ un grande marinario, un grande lupo di mare di quelli di una volta.



Post je objavljen 16.08.2010. u 15:10 sati.